“L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nell’ambito della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà la professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà a ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa”.
Queste riflessioni sono contenute nel messaggio di papa Francesco in occasione della 58esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e sono state in gran parte il filo conduttore dell’incontro, che si è svolto sabato scorso, nell’aula del Seminario arcivescovile di Cagliari, della giornata di riflessione promossa dall’Unione cattolica stampa italiana, dall’Ordine dei giornalisti e accolta dalla Diocesi alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, dell’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi. Si è trattato di una giornata di studi dall’ambito della festa nazionale di San Francesco di Sales, arricchita da alcuni significativi interventi e dalla presentazione del libro “Comunicare. 20 giornalisti in dialogo con il Pontefice”
Sulle opportunità e sui rischi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale si è particolarmente soffermato nella sua relazione il cardinale Zuppi. Riprendendo i concetti espressi dal pontefice, che ha invitato i giornalisti a “riprendere a consumare le suole delle scarpe”, Zuppi ha posto l’accento sulla necessità di recuperare una “sapienza del cuore”, evidenziando il rischio che in questa epoca “ricca di tecnica e povera di umanità” , la sapienza del cuore – collegato al cervello – non si sia più in grado di decifrarla. Zuppi ha quindi rimarcato l’importanza di un giornalismo libero, che non è a pagamento, ma nel quale la dignità professionale deve essere un faro costante, invitando i giornalisti a non essere passivi e svolgere fino in fondo il loro ruolo.
Tanti gli interventi che hanno rimarcato come l’Intelligenza artificiale, uno strumento di supporto al lavoro giornalistico, non potrà mai sostituire il racconto filtrato con gli occhi del cuore e delle emozioni, che sono prerogativa umana. Ecco perché un giornalismo umano sarà sicuramente la chiave per decidere se diventare “cibo per gli algoritmi” oppure servirsene per nutrire la libertà di cuore e di cervello.
All’incontro sono intervenuti anche Vincenzo Varagona, presidente nazionale Ucsi, Paolo Borrometi, condirettore dell’Agenzia giornalistica Italia, da dieci anni costretto a vivere sotto scorta dopo aver aver denunciato nei suoi reportage le malefatte della mafia; Anna Piras, vicedirettrice di Rai Parlamento, Fabio Bolzetta, giornalista di TV2000 e presidente dell’Associazione webmaster cattolici, Salvatore di Salvo, Segretario nazionale Ucsi, Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, e Simonetta Selloni, presidente dell’Associazione della stampa Sarda.