L’ Associazione della Stampa Sarda è ancora una volta solidale con i colleghi dell’Agenzia Dire, che oggi 17 ottobre sono di nuovo in sciopero. I giornalisti sono impegnati, con la Fnsi e con le Associazioni regionali della stampa, in una difficile vertenza con l’editore che ha avviato la procedura di licenziamento collettivo di 15 giornalisti e 13 poligrafici, senza accogliere alcun invito al ritiro della stessa procedura. Ma le ragioni dello sciopero di oggi riguardano il mancato saldo degli stipendi del mese di settembre. Da tempo, i colleghi della Dire ricevono lo stipendio attraverso un sistema di acconto e saldo, che a oggi, per quanto attiene al mese di settembre, non è stato corrisposto. In tutti questi mesi i giornalisti della Dire, nei cui confronti sono stati applicati anche contratti di solidarietà, hanno continuato a garantire con scrupolo e serietà il loro impegno professionale.
L’ Associazione della Stampa Sarda, nel ribadire la massima solidarietà ai colleghi dell’Agenzia Dire, auspica l’ immediato pagamento delle spettanze dovute e ribadisce la richiesta del ritiro della procedura di licenziamento dei colleghi e dei grafici. L’ Associazione della Stampa Sarda
Di seguito, la pubblicazione del documento del CDR dell’ Agenzia Dire:
Giornalisti agenzia Dire in sciopero, Fnsi: “Editore paghi gli stipendi e ritiri i licenziamenti”
La Federazione nazionale della Stampa italiana è vicina ai colleghi dell’agenzia di stampa Dire che oggi sono nuovamente in sciopero. La protesta è per il mancato pagamento del saldo dello stipendio di settembre, ennesimo schiaffo alla redazione da parte di un’azienda che ha avviato una procedura di licenziamento che riguarda 15 giornalisti e 13 grafici. All’ultimo tavolo di confronto, la scorsa settimana, la stessa azienda ha rigettato la richiesta dei sindacati di ritirare la procedura e ora non paga gli stipendi continuando con una modalità a singhiozzo che non è accettabile né sostenibile.
La Fnsi ribadisce la richiesta all’editore Stefano Valore di ritirare i licenziamenti, illegittimi e immotivati, di pagare interamente gli stipendi e di aprire un tavolo serio e puntuale per risolvere e affrontare i problemi dell’agenzia. Senza tutto questo è impossibile continuare una discussione, perché un confronto con la minaccia dei licenziamenti è soltanto un ricatto che questa Federazione non può accettare. Massima vicinanza, quindi, ai colleghi, che dopo due anni di contratti di solidarietà, e a pochi mesi dall’avvio del decreto sulle Agenzie di stampa che garantirà ingenti risorse statali al settore, e alla stessa Dire, si ritrovano nell’assurda situazione di non avere stipendi regolari e di rischiare il posto di lavoro.