L’ Assostampa sarda esprime piena solidarietà e vicinanza ai colleghi dell’Agenzia Dire, impegnati nella salvaguardia dei livelli occupazionali. Ci auguriamo che l’editore Stefano Valore riconsideri e ritiri i licenziamenti proposti.
dal sito FNSI
Agenzia Dire, l’azienda annuncia licenziamenti: giornalisti in sciopero. La Fnsi al fianco dei colleghi Braccia incrociate mercoledì 27 settembre 2023 e un pacchetto di 5 giorni di astensione del lavoro affidato al Cdr contro la procedura che prevede 28 esuberi. «Un inaccettabile ricatto occupazionale», denuncia il sindacato. Barachini: «Tempistica poco comprensibile».
Giornalisti dell’agenzia Dire in sciopero dopo l’annuncio da parte dell’azienda di voler procedere al licenziamento collettivo di 28 colleghi. L’Assemblea dei redattori – si legge sul sito web dell’agenzia – si è riunita oggi (martedì 26 settembre 2023, ndr) dopo l’avvio, nella giornata di ieri, di una procedura di licenziamento collettivo da parte dell’azienda che, a pochi giorni dalla partenza del nuovo decreto per le agenzie di Palazzo Chigi, prevede un piano di 28 esuberi, di cui 15 giornalisti e 13 grafici.
«La procedura – spiegano i lavoratori – arriva dopo quasi due anni di contratto di solidarietà in cui i giornalisti hanno sacrificato una cospicua parte del loro stipendio per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Sacrifici resi ancora più importanti da pagamenti a singhiozzo degli stipendi, liquidati nell’ultimo anno quasi sempre in due soluzioni».
L’Assemblea dei redattori dell’agenzia Dire ritiene «inaccettabili e illegittimi questi licenziamenti, oltre che lacunosa e scarsamente motivata» la stessa procedura avviata dall’azienda.
«L’annuncio dei licenziamenti, arrivato una settimana esatta dopo la fine del contratto di solidarietà, giunge tra l’altro dopo un grave atto ostile da parte dell’azienda che, a fine agosto, ha citato i componenti del Comitato di redazione in un procedimento di mediazione con l’accusa di diffamazione per una nota pubblicata a fine luglio sul sito della Slc-Cgil e mai uscita sui notiziari o sul sito dell’agenzia Dire», incalzano i giornalisti.
Per questi motivi, «l’Assemblea dei redattori chiede il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e dell’azione legale nei confronti della propria rappresentanza sindacale, proclama lo stato di agitazione sindacale e una giornata di sciopero dei redattori per domani, mercoledì 27 settembre. L’assemblea affida inoltre al Cdr un pacchetto di sciopero di 5 giorni, da utilizzare nell’ambito della trattativa e qualora l’azienda non dovesse accogliere, nel primo incontro, tali richieste. I redattori dell’agenzia Dire deliberano inoltre lo sciopero delle firme».
Solidarietà e vicinanza ai giornalisti da parte della Federazione nazionale della Stampa italiana. «Questa procedura ha il sapore di un inaccettabile ricatto occupazionale che colpisce una redazione che con grande spirito di abnegazione da anni sta sopportando anche il peso di contratti di solidarietà e di retribuzioni a singhiozzo. Il sindacato – rileva la Fnsi – continuerà ad affiancare i giornalisti nella loro lotta e chiede all’editore Stefano Valore di ritirare subito i licenziamenti».
Sulla vicenda si registra anche l’intervento del sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini. «Preoccupa e stupisce per la tempistica poco comprensibile l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte dell’editore della Dire nell’imminenza dell’avvio di una riforma che, dopo anni di incertezze e proroghe, mira proprio a dare certezza di risorse agli editori per costruire realtà solide, difendendo i livelli occupazionali e la qualità dell’informazione», rileva il sottosegretario, che per queste ragioni auspico «vivamente che, nell’ambito del confronto con le organizzazioni sindacali, l’editore si adoperi per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti».
Preso atto della nota del sottosegretario Barachini, l’editore dell’agenzia Dire, Stefano Valore, esprime l’auspicio che, «dopo una comprensibile fase di rottura dei rapporti e di scioperi, anche grazie all’intervento del governo, si arrivi comunque ad individuare quella soluzione che aiuti davvero a salvaguardare tutti i livelli occupazionali». da fnsi.it