Care colleghe e cari colleghi, poche righe per ringraziarvi della fiducia che avete accordato a me e ai colleghi eletti nel direttivo e nei diversi organismi che compongono l’Associazione della stampa sarda. Prima di tutto però ringrazio chi mi ha preceduto per otto anni in questo importante incarico, ossia Celestino Tabasso, presidente uscente. Ha fatto tanto, spesso in silenzio, impegnandosi a fondo in un momento difficilissimo per la categoria. Sono tempi complessi, le sfide tecnologiche pongono il nostro lavoro davanti a una realtà che spesso galoppa più velocemente di quanto immaginiamo. A questo si aggiunge la situazione di tanti, troppi colleghi che definiamo autonomi, modo alternativo dietro il quale si nasconde il precariato. Colleghi che non hanno un contratto e che, anche quando lavorano da freelance, spesso non vedono riconosciuto il loro impegno, la dignità del ruolo, la professionalità acquisita con fatica, dedizione, amore per questo lavoro. Il sindacato secondo me, ha in questa partita, un senso importante. È la casa di tutti, il luogo dove i diritti non sono una semplice enunciazione ma un sistema al quale dobbiamo credere e difendere. Soprattutto per chi non ne ha pienezza. La libertà di tutti noi è in questo, è nella necessità di garantire rappresentanza e libertà a chi si trova in condizioni di non poterla affermare pienamente. L’Associazione della stampa è in questo senso, la casa aperta a tutti i colleghi. Un orecchio di ascolto, un luogo di tutela e di crescita. Un luogo di sostegno e di servizi a disposizione della categoria, grazie anche alla professionalità dei colleghi che lavorano per tutti noi negli uffici.
Non voglio tirarla troppo per le lunghe. Questa è la prima comunicazione, vorrei avere un dialogo aperto con tutte e tutti, cercherò di tenervi informate/i di ciò che facciamo, delle iniziative, degli incontri con i gruppi e con gli interlocutori siano essi rappresentanti delle istituzioni o soggetti con i quali i giornalisti si rapportano. Aspetto suggerimenti, spero nel dialogo con tutte e tutti voi, costruttivo; ben vengano le critiche motivate, e ragioni per costruire dialoghi proficui. Sono qua. Siamo qua. Con tutte e tutti voi. Simonetta Selloni