Interventi immediati e concreti a tutela dell’informazione già a partire dalla prossima legge di Bilancio ed una soluzione credibile per INPGI. Questo l’obiettivo della manifestazione della Fnsi che si è tenuta davanti Montecitorio a Roma a cui hanno partecipato Raffaele Lorusso (segretario generale Fnsi), Giuseppe Giulietti (presidente Fnsi), Marina Macelloni (presidente INPGI) oltre ai rappresentati degli organismi della categoria, esponenti dell’Ordine dei Giornalisti, Coordinamenti dei giornalisti precari e dei giornalisti esodati, etc.
Fra i temi al centro della mobilitazione, organizzata dalla Fnsi, il contrasto alle querele bavaglio, una riforma organica delle norme sulla diffamazione, l’applicazione dell’equo compenso e la richiesta al Governo di una soluzione immediata e credibile per l’INPGI.
“Siamo impegnati in queste settimane in un confronto con il Governo per trovare la soluzione per la stabilità dell’ente in una commissione tecnica che è guidata da Palazzo Chigi” ha dichiarato il Presidente dell’INPGI, Marina Macelloni. “Abbiamo presentato una nostra proposta di allargamento della platea che è stata apprezzata, valutata, ribaltata. Visto che la legge dice che si può allargare la platea dell’istituto dal 2023, abbiamo un’ipotesi sul tavolo tecnicamente fattibile, che regge. Questa è l’unica soluzione che consente di mantenere l’istituto in vita, così come lo conoscete oggi. L’alternativa è il commissariamento, la liquidazione dell’istituto dentro l’inps, l’immediata perdita di tutto quello che i Ministeri continuano a chiamare ‘i vostri privilegi’ e noi continuiamo a chiamare ‘le nostre tutele’: le pensioni, il welfare e tutto quello che abbiamo costruito negli anni. Non accetteremo nessuna soluzione che non preveda l’Autonomia dell’istituto”.
“Cancellare l’INPGI oggi significa cancellare la categoria nel suo momento di massima debolezza e renderla ancora più debole e ancora più sotto attacco. Significa mettere la pietra tombale su quello che stiamo chiedendo tutti da anni, un tavolo vero che preveda interventi di riforma seria sul settore dell’editoria. Una volta sparito il presidio economico della categoria sarà più difficile per tutti noi evitare stati di crisi a ripetizione, prepensionamenti a valanga, precarizzazione di massa dentro le redazioni”.
“Noi abbiamo avuto l’opportunità di godere del nostro sistema di welfare e di tutele. Abbiamo visto quanto è stato utile a garantire una professione delicata e sotto attacco. Ai giovani, invece, si dice arrangiatevi, non vi resterà niente. Quali ispettori andranno a controllare le finte partite Iva e i finti co.co.co? Forse l’Ispettorato Nazionale del Lavoro? Non credo proprio. Tutto questo interessa noi giornalisti che siamo qua a difendere il nostro istituto, ma anche tutti quei lavoratori interessati ad aprire finalmente un confronto serio su cosa deve essere l’informazione in questo Paese”.
“Il Governo accende i riflettori solo sulla previdenza dei giornalisti e sull’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, che è in una situazione di dissesto, solo perché si trova a monte di un sistema che sta crollando” ha detto il segretario Fnsi, Raffaele Lorusso. “Il dissesto dell’INPGI è figlio della distruzione di posti di lavoro e della precarietà. Il Governo pensa di dare un colpo di spugna a un sistema di welfare della categoria, andando a commissariare l’INPGI, senza affrontare tutte le altre criticità del settore. Questo significa andare a mettere mano nelle tasche dei colleghi già in pensione, perché il passaggio in Inps non sarà indolore, costerà loro un altro contributo di solidarietà pluriennale molto più pesante del passato. Questo passaggio lo pagheranno anche i colleghi attivi, che si vedranno ricalcolare le pensioni con meccanismi peggiorativi. Il commissariamento dell’INPGI è la premessa per il commissariamento della professione e dell’articolo 21 della Costituzione. Chiediamo al Governo di affrontare finalmente in un tavolo con le parti sociali sui nodi e le criticità dell’intero settore”.
“Attendiamo di sapere quando saranno votati i provvedimenti sull’equo compenso, sulle querele bavaglio, sulla tutela delle fonti e chiediamo che ci sia chiarezza sul fatto che l’INPGI non sarà commissariato” ha dichiarato il presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti. “Il commissario comporterebbe un controllo annuale del sistema previdenziale da parte del Governo, sarebbe un modo surrettizio di commissariare l’art.21 della Costituzione. Se le risposte non arriveranno si dovrà arrivare anche allo sciopero generale”.