Il giornalista che fa domande, l’assessore infastidito che lo caccia via e una terza persona, la cui presenza evidentemente è tollerata dall’assessore, che minaccia di spaccare la telecamera sulla testa del cronista: sono i protagonisti dell’episodio avvenuto nell’assessorato alla Sanità della Regione Sardegna e documentato dalla trasmissione “Piazzapulita”.
Davanti alle domande di un reporter chi ha un ruolo pubblico può scegliere di rispondere, se vuole e se può, oppure di tacere, ma non di espellere in malo modo un operatore dell’informazione che lavora per garantire il sacrosanto diritto dell’opinione pubblica ad essere informata.
Si tratta di un atteggiamento inaccettabile, esattamente come lo fu, a suo tempo, l’imposizione del bavaglio disciplinare agli operatori della sanità che intendevano, da liberi cittadini, rendere conto alla stampa dei successi e dei problemi della lotta alla pandemia.
L’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Associazione della Stampa sarda condannano l’episodio e ricordano che le telecamere sono oggetti fragili e costosi, mentre le teste dei giornalisti generalmente sono piuttosto resistenti ma costano infinitamente di più.